Etica e responsabilità: intelligenza, stupidità e integrità aziendale
La materia dell’etica dei nostri collaboratori è assai complessa, e per non renderla oltremodo pesante e seria, prenderò spunto da un nostro concittadino, economista e storico molto ironico, Carlo M. Cipolla, purtroppo scomparso.
Responsabilità e integrità personale
L’etica è inestricabilmente connessa con la responsabilità!
Se sfogliassimo il dizionario Zingarelli, potremmo imbatterci in due definizioni:
- responsabilità: condizione di chi è responsabile di qualcosa;
- responsabile: colui che deve rispondere, rendere ragione o garantire delle proprie azioni o delle azioni altrui.
Quante volte ci è capitato di non comprendere assolutamente la condotta di un nostro collaboratore, di un partner, oppure di un cliente o fornitore e, in senso lato, di un altro essere umano? Rispondendo frettolosamente potremmo dire molte volte, ma se ci soffermassimo a riflettere, potremmo scoprire che rarissimamente non comprendiamo cosa motiva il comportamento di un altro nostro simile. Solo alcuni casi sono veramente incomprensibili… Sapete perché ci succede?
Perché con alcune rare persone non c’è proprio nulla da capire: sono stupidi, come afferma Cipolla. Più o meno tutti siamo coscienti o responsabili del nostro comportamento, mentre lo stupido non conosce la parola responsabilità o responsabile.
A nulla serve fasciarci la testa per comprendere l’incomprensibile e l’insondabile. Anche contenuti subconsci o inconsci possono essere coscientizzati, ma la stupidità è qualcosa di cui mia madre e mio padre direbbero: “Lascia stare, hai da perdere anche l’olio e il sale!” Rinunciamoci!
Gli esseri umani stupidi sono pochi, ma possono creare notevoli danni alle nostre organizzazioni aziendali. La soluzione è di isolarli, affinché non nuocciano alla collettività aziendale e alla società.
Le persone sono talvolta condizionate dalle loro medesime passioni oppure, in condizioni di stress, possono essere effetto di processi inconsci di stimolo-risposta, distruttivi o autodistruttivi; ciò determina una perdita della responsabilità e, di conseguenza, della propria integrità personale.
Come orientarci minimamente riguardo l’etica delle persone nel marasma delle azioni quotidiane, delle relazioni, degli sforzi e dei risultati? Esiste una guida euristica, non particolareggiata, che ci indichi per sommi capi in che modo valutare l’integrità degli individui? Io l’ho trovata in Allegro ma non troppo del già citato Carlo M. Cipolla.
Se leggete con attenzione le leggi della stupidità, a fine articolo, troverete che l’autore mostra quattro tipi di persone: lo stupido, il bandito, l’intelligente e lo sprovveduto. Nella sua estrema semplicità, ho trovato di immenso valore questa classificazione morale e valoriale.
Valutazione etica secondo Carlo M. Cipolla
Cosa accomuna tra loro lo stupido, il bandito, l’intelligente e lo sprovveduto? La responsabilità!
Qual è il criterio di valutazione dell’etica delle persone? La produzione e i risultati ottenuti!
Ora leggiamo cosa ci dice Cipolla, pregandovi però di non sottovalutare la semplicità di un modello, perché anche l’atomo, per quanto piccolo e semplice, quando si infuria insieme ad altri può generare una fissione nucleare!
Secondo l’autore, il bandito ha un’elevata produzione e ottiene tanti vantaggi per se stesso a discapito degli altri, ai quali vanno gli svantaggi.
Lo sprovveduto, al contrario, massimizza i vantaggi per gli altri e tiene inconsapevolmente per sé gli svantaggi.
La persona intelligente è colui che ottiene il massimo dei vantaggi sia per se stesso che per gli altri collaboratori e per l’azienda.
Lo stupido è così scemo da produrre non solo svantaggi agli altri e all’organizzazione, ma anche a se stesso! Non è capace di produrre valore aggiunto.
Nella figura è rappresentata la matrice di valutazione etica secondo Carlo M. Cipolla (1988), nella quale sono collocati i quattro tipi di persone. Sull’asse delle ascisse l’autore colloca i vantaggi per se stessi, mentre sull’asse delle ordinate i vantaggi per gli altri. Quando il segno è “+”, si tratta di un vantaggio, mentre con il segno “-“, si indica uno svantaggio.
Dalla matrice è ulteriormente riscontrabile che lo stupido è più pericoloso del bandito, in quanto ottiene svantaggi per tutti compreso se stesso e quindi impoverisce l’intera società!
Estratto da libro di Angelo Cilli, L’Imprenditore della piccola e media impresa sopravviverà? Franco Angeli, 2002.